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martedì 6 maggio 2014


                                                            San Pietro a Crepacore
                                          Torre Santa Susanna

                                                                   
                                                                        INTRODUZIONE


Ci troviamo a Torre Santa Susanna, città di circa 11.000 abitanti situata a circa 4 Km da Erchie e 10 Km da
Oria, dove nelle campagne circostanti alla città si può ammirare una chiesa di epoca bizantina, uno dei
moltissimi esempi di chiese bizantine situate in Puglia e anche nella provincia di Brindisi insieme alla Chiesa
di San Lorenzo fuori dalle Mura a Mesagne, alla Cripta di San Biagio a San Vito dei Normanni, alla Grotta
dell'Annunziata a Erchie, cioè la chiesa di San Pietro a Crepacore.
                                                                         
                                                                   
                                                                         CENNI STORICI


Nel 395 con la morte dell'imperatore Teodosio I, l'Impero romano venne suddiviso in due parti dagli eredi al
trono, i figli Onorio e Arcadio, per evitare una guerra fratricida per il supremo controllo dello stesso Impero.
E così venne diviso in Impero romano d'Occidente (pars occidentalis) governato dal figlio minore Onorio
con capitale Milano fino al 402 e Ravenna fino al crollo, e in Impero romano d'Oriente (pars orientalis) o
Impero bizantino, dal figlio maggiore Arcadio con capitale Costantinopoli.
Per l'Impero romano d'Occidente iniziò un periodo di crisi per varie cause (crisi demografiche, le invasioni
barbariche, l'anarchia militare, ecc..) che comportò il definitivo crollo, avvenuto nel 476 sotto le spade dei
barbari, chiamati dispregiativamente dal popolo romano le popolazioni che vivevano al di fuori dei confini
dell'impero, che entrarono nella penisola italiana per saccheggiare, depredare, distruggono le città e
uccidono la popolazione, fino a quando non decisero di insediarsi.
L'impero bizantino era ancora intatto, nonostante alcuni problemi come il monofisismo, una corrente
religiosa svillupata nelle regioni asiatiche dell'impero nel V secolo, elaborata dal patriarca di Costantinopoli
Eutiche, il quale sosteneva che la natura umana del Cristo veniva assorbita da quella divina e perciò in lui
risiedeva solo la natura divina. Così gli imperatori bizantini cercarono di evitare una condanna per eresia
attraverso un compromesso che non soddisfarono nè i seguaci della corrente nè il Papa, ma ci fu chi come
Anastasio I, il quale appoggiò la corrente suscitando delle forti reazioni dei sudditi attraverso una ribellione,
dove nel 512, perse il trono.
L'anno cruciale per le sorti dell'impero, e non solo, fu il 527 quando venne incoronato il nuovo imperatore o
basilèus, denominazione data agli imperatori di Bisanzio, Giustiniano, che aveva un sogno, la restaurazione
dell'antico impero romano sotto la sua corona (Restuaratio Imperii), ma per farlo doveva liberare gran
parte dei vecchi territori dell' Impero romano dai vari regni barbarici.
Il progetto partì nel 532 con il patto con l'Impero persiano, che poteva diventare l'ostacolo principale alle
ambizioni del nuovo basilèus.
Nel 533 iniziò la Guerra vandalica, combattuta dai bizantini per la riconquista dei regni del Nord Africa,
dalla durata di un anno con la vittoria da parte dell'esercito bizantino, e la conseguenza di tale guerra fu il
crollo del regno vandalico con i territori conquistati che entrarono ufficialmente nel dominio bizantino.
Nel 535 l'imperatore, utilizzando come casus belli l'assassinio di Amalasunta, decise di incaricare il generale
Belisario, e successivamente anche Narsete, per cacciare gli Ostrogoti dall'Italia, dando inizio alla Guerra
gotica. La guerra durerà 18 anni riuscendo a scacciarli in maniera definitiva dall'Italia, e così anche la Puglia
divenne a tutti gli effetti provincia bizantina, lasciando numerose testimonianze a livello artistico tramite la
costruzione di chiese e cripte rupestri.
Nel 565, Gustiniano muore lasciando il suo trono al nipote Giustino II, e iniziano i problemi i bizantini che
dovettero fronteggiare l'invasione di una nuova popolazione da parte dei Longobardi, non fronteggiata
come si dovrebbe per la debole resistenza da parte dell'esercito bizantino.
I Longobardi riuscirono a conquistare gran parte dell'Italia Settentrionale, duna parte della Toscana e parte
del Centro-Sud italiano creando i ducati di Spoleto e di Benevento, insediando la loro capitale a Pavia,
mentre i bizantini riuscirono a conservare alcuni dei loro possedimenti, tra cui l'Esarcato (la Romagna, tra
cui Ravenna), il Pentapoli (territori costieri delle città di Ancona, Senigallia, Fano, Pesaro e Rimini), una
gran parte del Lazio, inclusa Roma, le città costiere della Campania, esclusa Salerno, e infine, la Puglia e la
Calabria.
                                                                 
                                                                 ARTE E ARCHITETTURA



San Pietro a Crepacore è una delle molte testimonianze artistiche tramandataci dai bizantini, non solo nel
territorio brindisino, ma anche in tutta la regione pugliese.
Secondo le teorie di diversi studiosi la costruzione della chiesa risale nel periodo della guerra longobardicabizantina
(VI-VII secolo), e con probabilità sorgeva su un'antica villa augustea, testimonianza confermata
dai recenti ritrovamenti archeologici.
La facciata è composta da un portale con arco a tutto sesto sorretto da due colonne laterali, mentre sul
retro della struttura esterna si può notare una bassa abside scandite da due lesene e una bifora per
consentire l'illuminazione interna.
La struttura, all'interno, si presenta con una pianta quadrata divisa in tre navate delimitate dalle colonne
con fusti ellenistici per sorreggere i bassi archi a tutto sesto, di la navata centrale è coperta da due cupole a
trullo, appoggiate su alti tamburi, mascherate all'esterno da due torri a forma cilindrica, mentre le navate
laterali, invece, sono coperte da cupole a finte botte. Nella parte superiore dell'edificio si possono trovare
delle piccole monofore nella parte superiore dell'edificio.
Sempre, all'interno, si possono trovare delle colonne, risalenti all'epoca romana, riutilizzate come sostegno
per le arcate laterali.
Sulle pareti, un tempo, erano completamente ricoperti di affreschi con delle rappresentazioni di scene del
Vecchio e del Nuovo Testamento, risalenti al periodo tra il IX e il X secolo, di cui alcune se ne possono
ammirare. Secondo alcuni studiosi ci sono due filoni artistici per gli affreschi: lo stile longobardobeneventana
nella prima campata, lo stile bizantino nella seconda campata e nell'abside.
L'affresco situato nell'abside, rappresenta la scena dell'Ascensione con Gesù Cristo insieme agli arcangeli
Gabriele, Michele e Raffaele in alto e al centro dell'abside, mentre in basso sono raffigurati i dodici apostoli,
con un occhio di riguardo a Luca, Matteo, Giovanni e Marco che mantengono il Vangelo tra le mani,
mentre Andrea impugna la croce.
Si può ammirare un affresco, nonostante fosse leggermente danneggiato, il quale rappresentano il
committente del lavoro, vestito con degli abiti da cerimonia, insieme a San Pietro, facilmente riconoscibile.
Recentemente, sul bordo inferiore dell'abside, è stata scoperta un'iscrizione in lingua greca: "Questo tempio
è stato edificato per la remissione dei peccati del servo di Dio... e della sua consorte Veneria e dei loro figli.
Amen."
                                                                     
                                                                            LEGGENDE



Anche su questo luogo circolano delle leggende, come in molti luoghi dell'Italia, di preciso due con
protagonisti Annibale e San Pietro.
Iniziamo dal primo. Si narra che Annibale, grande condottiero cartaginese, avesse deciso di insediare un
accampamento militare con l'intento di conquistare la vicina città di Oria.
La seconda leggenda narra di un presunto soggiorno notturno da parte di San Pietro, dopo aver salpato a
San Pietro in Bevagna, nei pressi di Manduria, con l'intento di proseguire il suo viaggio in direzione di
Roma.


                                                          TRA RESTAURI E ARCHEOLOGIA



L'edifico è rimasto abbandonato da secolo, utilizzato come deposito di attrezzi agricoli, ma il prof. Carlo
Murri, proprietario della masseria "Le Torri" situato nei pressi dell'edifico, decise di donare la chiesa al
Comune di Torre Santa Susanna che prese la decisione di riportarlo alla luce, a cura della Soprintendenza
delle Belle Arti con la direzione dei lavori affidata all' architetto Fernando Russo.
In questi lavori di restauro sono stati rivenuti alcune testimonianze archeologiche risalente all'epoca
romana, e di alcuni sarcofagi risalenti al VII secolo, che fa ipotizzare la prima costruzione della chiesa nello
stesso periodo.
"Da dove deriva il nome di Crepacore?"
Secondo alcuni studiosi il termine significherebbe grande crepa, e si sostiene che nelle zone circostanti ci
fosse una grande e profonda crepa.
Adesso l'edificio venne utilizzato solo ed esclusivamente per motivi turistici con delle visite guidate gestite
dall'Associazione Culturale della Pro Loco della città torrese che nel giro di pochi anni ha riuscito a portare
numerosi visitatori non solo dalla provincia ma anche da tutt'Italia grazie al loro eccellente lavoro rendendo
un importante caso, su come nel nostro paese bisogna puntare sul nostro petrolio, la cultura, per portare dei
vantaggi economici
Si ringrazia il presidente dell' Associazione Turistica Pro Loco di Torre Santa Susanna, Salvatore Vapore, per il materiale che mi ha messo a disposizione per la realizzazione di questo articolo.


                                                                                                         

                                                                         
                                                                        Giustiniano I 

                                             

                                                                                

Sarcofagi


                                                                             
   
                                                          I territori della Longobardorum

                                                                

                                                                               

                                                        S.Pietro e il committente del lavoro



                                                                               

Ingresso della Chiesa




Transetto con abside



Interno







                                                                                                    Pierluigi Papa









lunedì 5 maggio 2014

RUBRICA SETTIMANALE DI POMPEI




E' in arrivo la rubrica settimanale interamente dedicata a Pompei. Verrà chiamata Settantanove corse per Pompei. Siete invitati nel scrivere articoli, e inviarmi foto su Pompei. Questo è solo l'inizio.



domenica 4 maggio 2014

Settantanove Corse per Pompei



SETTANTANOVE CORSE PER POMPEI

Settantanove corse di paura,
affrettandoti senza pietà
ti guardavano con terrore dal viso a metà
lasciando lungo la via, la vostra pelle pura

Settantanove arti violate dalla paura,
vi ha fatto tanto male alla vostra età
avete visto templi divisi a metà
ci saremo noi nel prenderci cura



I COLLABORATORI DI STORIA ANTICA






LUDOVICO DI MONACO

Nasce a Capua il 23 Settembre 1996, abita a San Prisco (Ce), frequenta il Liceo Scientifico Luigi Garofano. E' appassionato di storia antica e medievale, e natura.


PIERLUIGI  PAPA


Nato a Brindisi nel 1992, studente della facoltà Beni Culturali dell'Università del Salento. Appassionato di Medioevo, con la speranza che possa diventare uno storico. E' gestore del blog sul Medioevo Brindisino, Brindisi Medievale. E' membro e responsabile della provincia di Brindisi dell'associazione culturale Sguardo sul Medioevo.


MASSIMILIANO MANCINI


Massimiliano Mancini nasce a Sora il 31 Luglio 1968, saggista e docente, di formazione giuridica e psicologica, è cultore della materia presso La Sapienza Università di Roma. Appassionato di storia e di scienze sociali in genere, ha scritto su testi universitari di psicologia giuridica: Gli Abusi in Il grado imperfetto. Fattori di rischio e manifestazioni di disagio nel ciclo vitale, Kappa 2010; Modelli di intervento sugli abusi in Il lessico della salute: metodologie e tecniche per la prevenzione del disagio, Kappa 2010. Inoltre ha pubblicato anche testi tecnici e manuali in formato textbook (Apple iBookStore) ed ebook. Ha iniziato la collana Historia dedicata alla storia dei popoli e degli eventi più misteriosi della storia Italiana, con il suo primo saggio I Volsci e il loro territorio (ISBN 9788898121069). Ha al suo attivo numerose conferenze e corsi.


LUIGI CALIENDO
Nasce a Napoli a Napoli il 19/07/1962. Medico anatomopatologo, da sempre con la passione della storia in particolare per l'Alto e Basso Medioevo e Roma. Collabora come direttore provinciale di Savona e Genova per conto del'Associazione Culturale Sguardo sul Medioevo.

Affresco




 L'AFFRESCO







Quando un visitatore entra nella Cappella Sistina, guarda in alto, rimane sbalordito nel vedere un capolavoro (Giudizio Universale) realizzato dall' artista fiorentino Michelangelo Buonarotti tra il 1536 e il 1541 per una serie di motivi.
Il visitatore si chiede: "Come ha fatto Michelangelo a realizzare un'opera del genere? Che tecnica pittorica ha utilizzato? E soprattutto qual'è il procedimento utilizzato?"
Ebbene! Si tratta della tecnica dell'affresco, una tecnica molto antica utilizzata nell'epoca antica in particolare dagli etruschi e dai romani, mentre sono rari gli affreschi risalenti all'epoca greca. Questa tecnica viene utilizzata anche nel periodo paleo-cristiana per le catacombe e nel periodo medioevale per affrescare le pareti della chiesa, ma la sua maggiore diffusione si ebbe nel Rinascimentofino a quando non verrà più utilizzata nel XVII e nel XVIII.

Per comprendere il procedimento dell'affresco, in epoca medioevale, bisogna tenere in mente questi tre semplici elementi:
  1. Supporto;
  2. Intonaco;
  3. Colore;

Arriccio

Il supporto, di pietra o di mattoni è il procedimento precedente all' intonacatura e dev'essere secco e senza dislivelli cioè perfettamente liscia.
Prima di procedere con l'intonaco bisogna passare una prima mano di intonaco chiamato arriccio che è un intonaco grezzo o ruvido composto da calcia spenta(calce abrasiva conservata in polvere con l'aggiunta di acqua) ricordando il suo compsto chimico: Ca(OH)2
Successivamente sull'arriccio si stende la sinopia, una terra rossa utilizzata per la prima stesura del disegno. Poi si passa l'intonaco fino o tonachino, composto da sabbia, polvere di pietra, calce ed acqua. Dalla composizione di acqua e calce forma il Carbonato di Calcio (CaCo3) che permette all'intonaco di impregnarsi in un fenomeno della quale non permette di dipingere a secco. Il motivo per cui vengono inserite la sabbia e la polvere di pietra è per far aderire la calce spenta alla parete.


                                                                                                 
                                                                                                          

La sinopia

E infine, l'artista procede alla pittura quando l'intonaco è ancora umido, e da qui il nome di a fresco.
Cennino Cennini (1370-1440) nel suo libro: Il Libro dell'Arte dedica una parte dedicata alle caratteristiche di ogni singolo pigmento (sostanze coloranti nello stato solidi e insolubili nell'acqua) consigliati o sconsigliati nell'uso della pittura a fresco come l'Azzurrite, il Bianco di San Giovanni e l'Indaco che rientrano nella categoria dei consigliati, mentre in quella dei sconsigliati la Biacca, il Cinabro (Vermiglione) e Zafferano.

Questo libro sarà d'aiuto per i futuri artisti che si trovano per la prima volta davanti alla realizzazione di un semplice affresco, perchè era difficoltoso per un qualsiasi artista capire quale sarà la tonalità effettiva del colore, in quanto l'intonaco bagnato rende le tinte più chiare, mentre la calce tende a renderli più scure. Gli artisti risolsero questo problema facendo delle prove su pietra pomice o su unfoglio di carta fatto ascuigare tramite aria o vento di scirocco. E i risultati delle prove si trovano nel libro appena citato

Per realizzare l'affresco esistono tre tipologie:

                                                                                                                


                                                                                    Intonaco e dipinto



  • Pittura a pontate: Utilizzata nel periodo pre-giottesco, l'affresco viene condotto rapidamente e questa tecnica prevedeva il frequente spostamento delle impalcature, e perciò per "pontata" si intende quella porzione di parete decorata corrispondente allo spazio occupato dall'impalcatura;

    1. Pittura a giornata: L'artista ricopre la sinopia con il tonachino solo quella parte che riteneva di dipingere in una sola giornata ponendosi il problema della differenza di giornate in quanto deve capire la velocità di assorbimento solitamente in tre ore che dipendeva dalle giornate; 
    2. Pittura a mezzo fresco: L'artista dipinge una parte del lavoro a fresco e aggiunge le altri parti successivamente. 
    C'è da aggiungere che i procedimenti dell'affresco variano a seconda del periodo in cui l'artista viveva.

    Eccovi una tabella riassuntiva sui pigmenti consigliati da Cennini nel suo libro:





                                         

    Link foto: 



    • uiafirenze.it
    • wikipedia.org
    • lanazione.it 

                                                                                               (C) Brindisi Medievale. Tutti i diritti riservati.        

    mercoledì 16 aprile 2014

    La Finestra della Storia

    Nasce come profilo fb, con il nome di Storia Antica, occupandosi nel suo piccolo della valorizzazione della storia antica accompagnata dall'archeologia